Diego Costantini e Roberta Giu/ieni

Evocazioni

Ritmi e forme della memoria

Franco Ciuti
Antonio Virzi
Yongxu Wang

Kezuo Art Space
Sestiere Dorsoduro 65
(Fondamenta Zattere ai Saloni 65) 30123, Venice, ltaly

Inaugurazione 5 Ottobre 2020
alle 18:00
fino al 31 Ottobre 2020


VISTA
Una lastra di Luce vivida e calda si frammenta e si distacca da una superficie modellata dall'Oscurità. La Luce sembra creare una porta, una soglia, che varcata può di nuovo ricondurre all'Oscurità. Sotto le mani di Franco Ciuti la Memoria si fa materia incandescente, sia nel calore splendente che nel buio più sordo, e dà vita alle estreme manifestazioni della reminiscenza, dove il Ricordo ha la forma di una nebulosa oscura perché è stato così potente e significante per la nostra stessa esistenza da essere stato riposto in luogo nascosto, oppure talmente lucido e nitido nella nostra mente tanto da sembra-re appartenere ancora alla realtà che vediamo. Ma lo spazio che separa l'Oscurità dalla Luce è molto breve ed anche la Memoria più profonda può con un solo passo oltrepassare la soglia e tornare alla coscienza.

TATTO
Trame, orditi, corde e veli ricordano il lavoro manuale ed il ritmo naturale delle attività umane. Le dita intrecciano, le mani tendono e legano, dispongono e filano e creano motivi dai colori sgargianti che sembrano ricreare le sequenze del DNA, la catena che sta alla base della vita. L'ordito netto e compatto è compreso nella leggerezza e nella trasparenza di una membrana ed incorniciato dall'elemento primario della corda. Yongxu Wang ci mostra chiaramente la conformazione del Ricor-do e la forma della Memoria, ci mostra tutti gli strati che le compongono e si susseguono sovrappo-nendosi e confondendosi gli uni con gli altri. Il Ritmo mantenuto nella tessitura può variare in base ai motivi o al tipo di punto scelto, così Mnemosine decide come ricamare la Memoria di ogni singolo essere e creare un enorme arazzo unendo ogni pezzo tessuto nello Spazio e nel Tempo.

UDITO

La gloria del Libano verrà a te, cipressi, olmi e abeti insieme, per abbellire il luogo del mio santuario, per glorificare il luogo dove poggio i miei piedi. (Isaia 60:13)


Tante Voci si sovrappongono e danno vita ad una sorta di prolungata Nenia, quasi un Canto perso nel Tempo, sono le voci dell'Antico e del Nuovo Testamento, della Torah, del Corano che insieme, ognuna con il proprio Verbo, si insinuano tra le radici di Alberi una volta floridi e rigogliosi, appena emersi da una nebbia lontana, dei quali ora resta solo un'ombra vacua. La loro vitalità sfiorita e lonta-na ha lasciato il posto a fusti e rami secchi e spezzati, un monito a non lasciare che la Conoscenza si perda e sia la nebbia a vincere e ad avvolgere la nostra Memoria. Antonio Virzi con quelle Voci e gli scheletri degli Alberi ci racconta di un mondo perduto, di una Storia dimenticata e di un Eden perso tra le piaghe del Tempo e dell'Oblio. Ma la Parola resta ancorata alle radici e resta solamente a noi continuare ad ascoltare. La Memoria è un concetto esteso all'ennesima potenza, ingloba il pianeta dalla sua creazione al presente ed esisterà in ogni qualsiasi possibile Futuro. Ognuno di noi può sce-gliere in quale direzione cercare e formare la propria Memoria e di conseguenza la propria Conoscen-za e quale forma dare a questa per esprimerla e non lasciarla dimenticare